Breve post-cena
Il giorno in cui la smetterò di farmi prendere per il culo sarà il più bel giorno della mia vita.
Il giorno in cui la smetterò di farmi prendere per il culo sarà il più bel giorno della mia vita.
Mia sorella (Y) ripete scienze con mia madre. Io mi intrometto.
Y “E quindi nelle rocce acide c’è…”
M “Ma c’è il silicio?” [spara una domanda a caso]
Y “…non rompere.” [seccata]
M “Ma c’è il silicio?” [impassibile]
Y “Manuè, basta.” [innervosita]
M “Ma c’è il silicio?” [impassibile]
Y “UEEEEEEEEEE’ TI RONG’ NA MULLETT’ IN TEST’, STATT’ ZITT’!” [comincia a sbraitare come un’isterica]
M “…si, ma c’è il silicio?” [impassibile]
«Stai miagolando nel buio. E quasi quasi ti chiedi, “Dov’è la risposta?”. Ma la risposta non la devi cercare fuori di te, la risposta è dentro de te. Epperò è sbagliata!»
“Quelo”
La settimana scorsa sono andata al comitato di Napoli di Telefono Azzurro, visto che avevo saputo, tramite Università, che erano in cerca di volontari. Mi faceva piacere dare una mano, e poi si, insomma, più sto con la mente impegnata e meno faccio trip mentali.
Ad ogni modo, già arrivata al centro ero un attimino “sfatta”, perchè sono dovuta andare in metropolitana e il tratto che va da P.zza Garibaldi a P.zza Dante non era pieno, era STRACOLMO di persone. C’era così poca aria respirabile che ho avuto per qualche attimo la certezza che stavo per svenire. Vabbuò.
Arrivata a destinazione inizia la parte migliore, cioè la presa di coscienza del posto in cui ero finita.
L’appuntamento del colloquio era alle 16.00.
L’addetta ai colloqui è venuta dopo le 17.00.
Io ho fatto il colloquio alle 19.00.
Ci hanno fatto sloggiare alle 19.02.
Nelle tre ore di attesa ho dovuto sopportare, oltre alla noia mortale:
- La coordinatrice che parlava al telefono e sembrava divertirsi molto;
- La coordinatrice che si divertiva con i volontari e faceva battute su cose a me ignote;
- La coordinatrice che si sfogava con altri volontari, che denunciava lo schifo di questo posto, il fatto che nessuno faceva niente e che faceva tutto lei, e che a settembre sarebbe andata via.
- Un volontario semi-idiota che, se gli chiedevi tipo: “Si ma che giorno è oggi?”, ti rispondeva: “I promessi sposi sono un’opera famosa”.
- Una coppia di anziani che avevano scritto una commedia sul telefono azzurro e si gasavano aBBestia. Mah.
Il colloquio è durato circa 2 minuti, di cui 1 minuto e mezzo è servito per compilare una scheda che chiedeva semplici generalità. Alla fine è finito tutto con un mio “vabbè ti faccio sapere”. E pensare che io pensavo che avrebbero dovuto dire loro a me, ’sta frase…
Sono rimasta sconvolta dalla mancanza di professionalità e dalla disorganizzazione. Ma d’altronde siamo a Napoli, che mi aspettavo?
Ad ogni modo, dubito che quei tizi rivedranno la mia faccia di nuovo.
Sogno numero 1.
Sono a mare a giocare con i miei cugini, nei pressi degli scogli. Poi mi ricordo che mia mamma mi ha sempre pregato di non stare nell’acqua vicina agli scogli, perchè l’acqua s’increspa e rischio di sbatterci contro e di farmi male. Allora mi sposto di poco, e comincio a vomitare… capelli. Capelli lunghi, lisci e castani. Sembravo più un gatto che espelleva una palla di pelo che un essere umano, ma vabbè. Prendo ’sti capelli e li lascio cadere in acqua. Fine del sogno.
Sogno numero 2.
Non ricordo molto, a dire il vero. M’è rimasta solo stampata una frase di mia madre che mi dice: “Sei diventata la zoccola più costosa di tutta Napoli”. Dovevo essermi venduta (non so in che senso) a qualcuno che aveva pagato moooolti soldi, ma più di questo non riesco a ricordare altro. Fine del sogno.
Commento mio personale ai due sogni: ?!?!
Quello che penso di essere non è quello che sono.
Quello che voglio essere non è quello che sono.
Quello che gli altri pensano che sia non è quello che sono.
… e a volte ho la sensazione che non sarò mai quella che sono.
Voi non potete capire
quanto io ami
i maschi
che cantano in falsetto.